Apertura musei civici 17 marzo 2011: un affondo nella Casa Museo Francesco Messina.

Localizziamolo innanzitutto. Si trova a Milano, nella chiesa di San Sisto, alla fine di via Torino, altezza Carrobbio in una viuzza sulla destra: giriamo l'angolo e già se ne vede l'abside.

Il museo ospita circa ottanta sculture e trenta opere grafiche. Un suggerimento: concentriamoci sulla scultura perché i disegni, in cui si perde l'attenzione per la resa della fisicità, sembrano prodotti da un'altra mano, molto meno esperta; degno di nota solamente l'utilizzo per alcune opere di fogli di sugero al posto della tela. Allora, veniamo alla scultura, che d'altra parte è quella che lo rese famoso: come Accademico di Brera e come autore del famoso cavallo della Rai, di quest'ultimo infatti troviamo qui alcuni bozzetti.

Le opere scultoree presenti sono tuttavia molto eterogenee. Si parte da busti di terracotta colorata iperrealisti, che ricordano dei manichini, delle cere di Madame Tussauds e nel colorito certi volti femminili di Tamara de Lempicka; ci sono poi le ballerine di bronzo e gesso, dove il realismo sfocia a tratti nel grottesco, con l'esaltazione della magrezza e di pose innaturali; e ancora bambini dall'aspetto selvatico e Papi e Vescovi di bronzo (da notare il bozzetto simil rockstar di Pio XII!) e di cera. Cosa ci si porta via da questa visita? Innanzitutto l'apprezzamento del sito espositivo, soprattutto per l'apertura dell'abside con un ampio ed alto finestrone che dona alle opere la giusta luce. La perizia artistica, capace di riprodurre una gentilezza donatelliana ed una vispa levigatezza quasi canoviana. Ma più d'ogni altro aspetto - oltre naturalmente all'ironia - colpisce il movimento di alcune opere, in cui l'equilibrio estetico-compositivo non coincide con quello gravitazionale: soggetti quasi in caduta, più umani che statuari.