venerdì 25 marzo 2011

Arcimboldo, una mostra per curiosi... come lui

Sovrabbondante come una wunderkammer, come un museo di oggettistica ma con qualcosa in più, la capacità di generare coinvolgimento, e qualcosa in meno, la noia.
Ma ne siamo sicuri? Non ci annoia la ripetitività di queste teste composite? Sorprendentemente NO!
Perché? Innanzitutto è diverso vedere le serie delle teste - Le stagioni, Gli elementi, Le teste ribaltabili - con anche un'accurata scomposizione e descrizione dei loro particolari (frutta, ortaggi, fiori, pesci, mammiferi, uccelli, oggetti inanimati simbolo del potere asburgico), piuttosto che vedere una o due opere di Giuseppe Arcimboldo (1526-1593) accanto ad una ritrattistica lombarda del '500 che sa per lo più di controriforma. Non voglio sentenziare, mi riallaccio solo a un ricordo lontano, la mostra sul Cinquecento Lombardo tenutasi sempre a Palazzo Reale nel 2001 (dieci anni fa!), dove l'accento era soprattutto sul realismo e sulla fisiognomica, d'altra parte era curata da Flavio Caroli!

B.Luini, Salomé... , 1525-1530
 
Arcimboldo, Acqua, 1568

Nel grande evento attualmente in corso interamente dedicato a questo singolare artista milanese,  che incominciò la sua attività a seguito del padre con le illustrazioni per le vetrate del Duomo e che trascorse buona parte della sua carriera alla corte degli Imperatori d'Asburgo (Ferdinando I e poi Massimiliano II), abbiamo ancora la possibilità di cogliere la profondità espressiva, del tutto umana, in un certo senso realistica, di volti composti da elementi che umani non sono, ma c'è anche molto di più: l'ambiente, l'epoca, insomma, la relazione con il contesto. La corte asburgica, certo, ma ancora più sorprendente la rappresentazione nelle prime sale della mostra, ricche di soprammobili, utensili vari antropo-zoomorfi, armi intarsiate, paramenti dorati, di una Milano che siamo portati ad immaginarci come città sobria da millenni e che invece tra 1530 e 1630 era capitale europea di una moda lussuosa e stravagante. Arcimboldo era frutto di questo ambiente, ricco, curioso ed ironico - tratto quest'ultimo già presente nelle illustrazioni per le vetrate del Duomo, es. Davide e Golia, soprattutto se messe a confronto con quelle del padre, di certo più tradizionali.

G.P.Lomazzo, Autoritratto... , 1568

Ma la gemmazione artistica non è spontanea ed isolata, si inserisce in un percorso che vede svilupparsi il gusto per la caricatura fisiognomica da Leonardo da Vinci e discepoli, come Francesco Melzi, a Bernardino Luini (nel suo Salomè con la testa di San Giovanni Battista pare già di vedere uno dei profili di Arcimboldo, ancora però con naso, bocca e tutto il resto) a Giovan Paolo Lomazzo, di cui ci cattura l'ammiccante Autoritratto come Abate dell'Accademia della Val di Blenio.

Una mostra dunque in cui l'Arte si accompagna ad un estroso artigianato artistico e al gusto per un'erudizione che è innanzitutto divertimento, attraverso la ricerca, la collezione e la riproduzione delle bizzarrie di cui la Natura è già colma, che non necessitano di manipolazioni umane per sorprendere, ma che fanno anzi da stimolo alla creatività di artisti e curiosi.
Un consiglio: nonni, genitori, fratelli maggiori, maestri, educatori, PORTATECI I BAMBINI!
La mostra durerà fino al 22 maggio 2011. Per info: http://arcimboldo.skira.net/


1 commento:

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